Il recepimento del codice penale italiano del 1889 (noto come Codice Zanardelli) da parte del nuovo Stato della Città del Vaticano ha posto tra l’altro il problema dei limiti in cui opera in quello Stato assoluto, dove tutti i poteri sono concentrati nella figura del Sommo Pontefice e la cui prima fonte è il diritto canonico, il rispetto del principio garantistico di stretta legalità nelle sue tradizionali declinazioni, con particolare riferimento al nullum crimen, nulla poena sine lege.